FAITA, NORMATIVE REGIONALI DA RIDISCUTERE

“Alcune normative regionali della Toscana distorcono in modo incomprensibile il mercato del turismo, producendo una legislazione di favore che di fatto provoca concorrenza sleale. Un fenomeno che in tutta Italia produce un fatturato stimato in tre miliardi di euro e causa un mancato gettito per le casse dello Stato di un miliardo di euro”. E’ l’accusa di Giampiero Poggiali, presidente di Faita Federcamping Toscana, associazione che riunisce campeggi e villaggi turistici, intervenuto al convegno Ebtt (Ente bilaterale del turismo toscano) in programma oggi al Nuovo teatro dell’Opera di Firenze. Una protesta che si inserisce anche nel quadro delle polemiche su alcuni passaggi del Pit toscano in fase di approvazione: “In una delle osservazioni al Piano – ha detto Poggiali – chiedevamo che la vincolante disciplina di piano efficace per le strutture ricettive e commerciali venisse applicata anche ad agriturismi e agricampeggi, ci pareva infatti normale che almeno nel campo della salvaguardia ambientale le regole dovessero essere uguali per tutti. Ma non è così, infatti la Regione ritiene non pertinente l’osservazione”. Questo in aggiunta al fatto, ha osservato il presidente di Faita Toscana, che alcune normative toscane già per agriturismi e in particolare agricampeggi “distorcono in modo incomprensibile il mercato: le attività agevolate devono sopportare meno oneri burocratici e fiscali, hanno meno costi di avvio dell’attività e di esercizio, quasi sempre il costo del lavoro è regolato da contratti più sfavorevoli per i lavoratori, le facilitazioni possono evitare il pesante regime di controlli di tutte le fattispecie”. Una protesta che accomuna tutte le categorie del turismo: “Non ci spaventa un mercato più competitivo – ha detto Poggiali – se tutti i soggetti che 1vi operano sono tenuti a offrire le medesime garanzie, ai turisti, ai lavoratori, alla collettività. Fa sensazione che la concorrenza sleale sia resa possibile non per volontà delle imprese interessate, ma per una legislazione di favore. Se queste imprese venissero sottoposte allo stesso regime degli altri, l’Italia guadagnerebbe 1 miliardo di euro l’anno di gettito fiscale”.

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